L'antico funerale della Saracca
Dalle origini fino ad oggi
LE ORIGINI
Le prime tracce di una “festa della sardina” si possono trovare nella penisola iberica ai primi del ‘500 come testimonia il
quadro di Goya del 1514.
Probabilmente la trasmissione di questo rito nella nostra penisola risale al 18° secolo, mentre il Funerale della Saracca,
come veniva rappresentato ad Oliveto, ha le sue radici a ridosso della grande guerra.
La versione attuale, che originariamente si svolgeva il mercoledì delle ceneri, ha preso forma tra gli anni ‘70/’80 quando un
progressivo ripopolamento del borgo ha permesso di raggiungere una partecipazione di significativo rilievo.
RIPRESA ED EVOLUZIONE
La saracca, come la sardina e l’aringa, grazie alla sua salagione è un pesce di facile conservazione e per questo motivo tra il
14° e il 15° secolo il suo consumo si diffuse rapidamente in tutta Europa.
Queste caratteristiche hanno fatto sì che fosse identificato come “cibo dei poveri”. Ne è testimonianza un aneddoto: nei
periodi di carestia questo pesce ricco di sapore veniva appeso al soffitto in corrispondenza del centro della tavola, in
maniera tale che ogni commensale vi potesse strofinare la propria fetta di polenta per renderla più gustosa. Con l’arrivo
della primavera e dei raccolti la saracca poteva essere seppellita lasciando così alle spalle il periodo più critico dell’anno e
come buon auspicio verso una stagione fertile e priva di stenti.
Una comunità prettamente contadina come quella di Oliveto ha quindi ripreso questa tradizione per non dimenticare le
proprie origini e tramandare alle nuove generazioni il ricordo di quei periodi tanto difficili.
IL C.OL.CA.S, IL FUNERALE, LO SCUCIOLL, BARALDI E I DRUNK BUTCHERS
COLCAS Nella seconda metà degli anni ’90 nasce il C.OL.CA.S. (Comitato Olivetano Carnevale Saracca) che eredita la
tradizione e lo spirito della festa, sottolineando l’importanza del funerale e della relativa sepoltura.
FUNERALE Si sviluppa così un vero e proprio rituale: alla fine del concerto in piazza, poco prima del tramonto, si forma un
corteo che parte in processione con una bara, una corona di fiori, i musicisti e un celebrante, per percorrere il tragitto che
porta alla croce dove avverrà la sepoltura.
LO SCUCIOLL Durante il percorso, i congiunti fanno numerose soste per ballare lo Scuciòll, il ballo tipico del funerale, che
comincia con una danza in cerchio in cui le coppie uomo-donna si inchinano fino a rotolarsi per terra, per poi rialzarsi e
ricominciare.
BARALDI Il celebrante imprescindibile della festa è Cesare Baraldi, vera anima e memoria storica del funerale. Nella prima
fase, travestito da “miseria” gira per il borgo suonando e ballando motivi tipici della tradizione locale; abbandonato il
ruolo, si cala nei panni di un finto prete e accompagna il corteo fino a salire sulla croce, dove un’orazione in simil-latino
precede il momento della sepoltura.
DRUNK BUTCHERS Colonna sonora di tutta la festa è la musica. Nelle ultime 20 edizioni i veri trascinatori sono stati gli avidi
consumatori di vino e saracca, i Drunk Butchers, che hanno fatto da veri agitatori di folle scuotendo il borgo con balli pieni
di energia, festa e divertimento.
FUNERALE DEL FUNERALE
Arrivano gli anni 2000 e il carnevale raggiunge dimensioni importanti con migliaia di partecipanti, stipati nel minuscolo
borgo di Oliveto. Ogni angolo del paese è occupato da musicisti, giochi originali creati dagli artigiani del paese e stand
gastronomici, ma tutto questo successo inevitabilmente crea dei problemi. Sicurezza ed ordine pubblico diventano
questioni sempre più insormontabili, e la pandemia dà il colpo di grazia alle già esigue energie del C.OL.CA.S.
Vogliamo solo lasciare questa testimonianza per chi non sa cosa si è perso, mentre raccontarlo ai nostri nipoti sarà un
nostro privilegio.
L'antico Funerale della Saracca

Baraldi e le sue croci
Facce da Saracca
gli albori
Gruppi da Saracca
Il popolo della Saracca
La musica della Saracca
Lo scuciol
Occhi da Saracca
Saracca fritta mista
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