Il Tartufo è un fungo sotterraneo, formato da due componenti: la prima, la parte che si mangia, è il corpo fruttifero (o carpoforo), che viene prodotto dalle “radici” (il micelio vegetativo), la parte invisibile del fungo, cioè la seconda componente…
Il carpoforo nasce quando c’è il clima favorevole a ciascuna specie di Tartufo, di solito fra l’autunno e la primavera. Può essere più o meno grande e di forma rotonda o irregolare, disposto a 10-40 cm di profondità. Sotto la scorza esterna, liscia o rugosa, c’è la polpa con le spore (i “semi”).
Quando le spore sono mature, il Tartufo sviluppa un intenso odore, diverso per ogni specie, che serve per trovarlo e quindi per diffonderle e moltiplicarlo. Il carpoforo infatti è chiuso e deve essere aperto dagli animali che scavano, attirati dal profumo, per mangiarselo.
Nel terreno, quando il clima è favorevole i “semi” di Tartufo germinano. Emettono cioè una rete di micelio, filamenti sottilissimi che perlustrano il suolo per trovare le radici adatte con cui formare una simbiosi. Le specie simbionti sono alberi, tranne il nocciolo, e ogni specie di Tartufo si lega solo ad alcune specie arboree e non ad altre. Il micelio del Tartufo avvolge la radice dell’albero come un manicotto e vi penetra all’interno, formando una micorriza. Da qui, il Tartufo produce nuovo micelio che esplora il terreno per un centinaio di metri attorno.
La simbiosi è vantaggiosa sia per il Tartufo che per l’albero. Il Tartufo, come tutti i funghi, è incapace di svolgere la fotosintesi clorofilliana, cioè di nutrirsi da sé, e quindi riceve dall’albero le sostanze nutritive necessarie al suo sviluppo. L’albero attraverso il micelio del fungo riceve una maggiore quantità di acqua e sali minerali, diventando più robusto e sano.
Dopo 3-10 anni dalla formazione della micorriza, il micelio produce il carpoforo. La micorriza dura per tutta la vita dell’albero simbionte e di solito i Tartufi si ritrovano ogni anno nel medesimo luogo sotto le stesse piante, a patto che non vengano danneggiate.