TERRITORIO
Bazzano sorge lungo il Samoggia ai piedi delle colline tra Modena e Bologna: da sempre paese di confine, è situato all’estremità occidentale della provincia di Bologna, al confine con quella di Modena, al limite tra la Pianura padana e le prime colline, lungo il corso del fiume Samoggia, affluente di sinistra del Reno. L’unico altro corso d’acqua di qualche rilievo è la Muzza, che confluisce nel Panaro.
Bazzano è sufficientemente “urbano” da poter garantire la presenza sul territorio di pressoché tutti i servizi e sufficientemente “provinciale” da conservare la piacevolezza dell’ambiente circostante, l’integrità delle sue testimonianze monumentali, la vivacità delle sue tradizioni antiche e recenti e la coesione dei suoi abitanti, che talora chi viene da fuori tende a scambiare per chiusura. L’unica frazione di Bazzano è Magazzino, il cui centro abitato si estende anche nel limitrofo comune modenese di Savignano sul Panaro.
Cuore della cittadina è l’ottocentesca Piazza Garibaldi, su cui si affaccia l’oratorio di Santa Maria del Suffragio. Da notare sono anche il palazzo detto “La Repubblica”, decorato con curiose teste di cavallo, e il Palazzo Comunale, che ospita le collezioni comunali. Chiude la piazza “La Giuditta”, bella fontana con statua di bagnante, ispiratrice di una specialità dolciaria che porta il suo nome.
La Rocca domina il paese dall’alto di una collinetta adiacente al centro storico. Di origini medievali, fu costruita per volere di Matilde di Canossa, mentre la sua forma attuale risale al 1473, quando l’edificio divenne “delizia” della famiglia Bentivoglio, allora signori di Bologna. In queste stanze nel 1799 venne tenuto prigioniero il poeta Ugo Foscolo.
In primavera il paesaggio tutt’intorno a Bazzano è una spettacolare fioritura di ciliegi e merita senz’altro qualche digressione. Dalla passerella sul Samoggia, ad esempio, si può partire per un giro a piedi o in bicicletta per la campagna, con splendida vista, in particolare notturna, sulla collina della Rocca. Il mercato settimanale di Bazzano è uno dei maggiori della provincia e affonda le sue radici nel 1576.
STORIA
Grazie alla vicinanza del torrente Samoggia, il territorio di Bazzano conobbe i primi insediamenti umani in epoca remotissima, come testimoniano i reperti preistorici conservati nel Museo Crespellani. È altresì riccamente attestata la presenza etrusca, nonché un fitto popolamento rurale in epoca romana.
Quanto al significato del nome, poco attendibile è l’ipotesi che riconduce il toponimo ad una famiglia Badia, la quale non risulta proveniente dal territorio bazzanese, seppur citata in iscrizioni di epoca romana. Ancor meno plausibile era l’idea di una discendenza dal nome di Bacco, sulla base di segni bacchici ritrovati in alcuni reperti archeologici del luogo.
Un atto di donazione del 789 d.C. effettuato dal duca persicetano, Orso al monastero di Nonantola menziona anche la “terra di Santo Stefano” che comprendeva una chiesa dedicata al santo, e sembrerebbe confermare l’ipotesi che il toponimo Bazzano indichi l’appartenenza a un’abbazia, appunto quella di Nonantola, proprietaria di molte terre nella valle del Samoggia. In verità anche un’altra abbazia aveva possedimenti nel territorio bazzanese, e cioè l’abbazia di San Benedetto di Leno nel bresciano, ma tali beni non sembrerebbero risalire ad epoca anteriore al X secolo.
È stato ipotizzato che siano esistiti intorno all’VIII sec. un insediamento bizantino, situato sul poggio e probabilmente appartenente al monastero di Nonantola dal 789, e uno di origine longobarda situato in pianura.
Bazzano appartenne alternativamente a Bologna e a Modena, che se la contesero con le armi, insieme alle località che insistevano sull’instabile confine tra le due città. I Bolognesi presero Bazzano nel 1296, ma nell’anno seguente i Modenesi tentarono invano di riprendersi il borgo. Nella contesa intervenne infine papa Bonifacio VIII che attribuì Bazzano e Savignano ai Bolognesi, a fronte di un grosso esborso a favore del marchese d’Este.
I fatti di sangue non ebbero però fine, tanto che Bazzano venne ripreso con forza da Passerino Bonaccolsi, signore di Mantova e di Modena, all’indomani della tragica battaglia di Zappolino del 1325 . L’instabilità si protrasse per tutto il XIV secolo, legata alle alterne vicende dello scacchiere politico regionale, e per parte di quello successivo, quando Bazzano fu coinvolto pesantemente nelle vicende della famiglia Bentivoglio.
La crescita della popolazione e dell’economia bazzanese si accrebbe molto da quando, nel 1476, venne decretato lo spostamento da Monteveglio a Bazzano di quello che è ancora l’attuale mercato del sabato. Il borgo stretto attorno alla Rocca si allargò quindi gradatamente all’area pianeggiante dove ora si trova ala piazza del paese e le principali vie del centro, potendo approfittare di più duraturi periodi di pace. Anche la chiesa parrocchiale di Santo Stefano venne promossa a Pieve, mentre la Rocca fu scelta come sede del Capitanato della Montagna, confermando il ruolo centrale di Bazzano per l’area occidentale della collina bolognese.
Anche nelle epoche successive l’importanza di Bazzano fu basata soprattutto sui servizi, piuttosto che sull’agricoltura locale, alquanto depressa. Dopo l’Unità fu la classe dei professionisti, subentrata a quella dei proprietari agrari nella conduzione dell’amministrazione locale, a dare il primo impulso per il risanamento del centro urbano.
Contemporaneamente nascevano a Bazzano le prime industrie, mentre venivano creati migliori collegamenti stradali e ferroviari. Fu opera delle giunte socialiste del primo Novecento la costruzione del quartiere di “Campo de’ Fiori” all’estremità est dell’abitato. Dopo la Seconda guerra mondiale Bazzano ha beneficiato della grande ripresa economica e ha conosciuto una crescita della popolazione piuttosto rilevante anche se priva di brusche impennate.