TERRITORIO E STORIA
Crespellano, in antico Fundus Crispinianum, sorge sulle terre che un generale romano, chiamato appunto Crispino, ricevette come premio al termine della sua carriera militare.
Tra Samoggia e Martignone, Crespellano, conosciuta come città delle ville, ha come centri principali, oltre al capoluogo, Calcara e Pragatto (antiche comunità) e Chiesa Nuova, Muffa e Ponte Samoggia, sviluppatesi più recentemente.
L’origine del toponimo viene fatta risalire al prediale romano fundus Crespinianus o Crespilianus, appartenente a tal Crespinius. Lo sviluppo antico del territorio appare legato a due strade: la via Emilia e la via Claudiola, l’attuale “Bazzanese”, anch’essa di origine consolare.
Crespellano ha tuttavia origini preistoriche: i reperti archeologici venuti alla luce in gran numero nelle ricerche-scavi effettuati nel secolo scorso, infatti, ci riportano a quell’età remota. Nella terrazza pliocenica di Pragatto esistono tracce di rocce risalenti al periodo geologico dell’era Cenozoica o Terziaria. Ai piedi della collina stessa sono stati trovati reperti e manufatti risalenti al Paleolitico medio o musteriano e, sempre nei pressi di Pragatto, Giovanni Gozzadini nel 1874 scoprì una necropoli a cremazione e l’archeologo Zannoni nel 1879 identificava una stazione terramaricola.
Altri reperti e materiali vennero alla luce negli scavi effettuati alla Ca’ Selvatica, nella zona San Lorenzo a Calcara e nei pressi della località Banzi-Chiesa Nuova di Crespellano.
Reperti romani sono stati rinvenuti lungo il rio Cassola e al Castellaccio, ma la testimonianza principale dell’epoca romana è la “centuriazione”, modello di gestione del territorio che ricalca il “castrum”, cioè l’accampamento militare, che a sua volta ha ispirato anche le città romane, tipicamente organizzate su reticoli di strade perpendicolari e parallele. Applicate in campagna la centuria diventa un quadrato di terreno 700 x 700 metri, delimitato da strade e fossi, di cui ancora vediamo tracce nella campagna tra Crespellano e Calcara.
Secondo alcuni, Crespellano è da riconoscersi nel pago romano di Verabulo, appartenuto all’abbazia di Nonantola e quindi a Matilde di Canossa che, in zona, aveva nel castello di Monteveglio il principale avamposto. Dopo la morte della contessa Matilde, famiglie feudali comandarono Pragatto e Crespellano, mentre Calcara dipendeva dall’Abbazia di Nonantola.
Dal 1157 al 1188 il Governo di Bologna sottomise il territorio, come si trova confermato nell’ordinamento dato da Bologna al contado nel 1223: Crespellano, Pragatto e Calcara vennero divise in tre distinte comunità. Successivamente e fino all’istituzione del Capitanato di Bazzano nel 1508, il castello di Crespellano venne sovente coinvolto nella guerra tra Bologna e Modena e vide passare sul proprio territorio, con frequenti occupazioni, le truppe modenesi, i Guelfi, i Ghibellini, i Visconti, gli imperiali, truppe pontificie, mercenari con i vari Capitani di ventura (tra cui John Hawkwood ribattezzato in italiano Giovanni Acuto) e i Bentivoglio.
Queste gravi vicende, di volta in volta arrecarono danni al castello che subì assedi, saccheggi e tragiche vendette con pesanti devastazioni nelle campagne. La zona, su cui insisteva il confine tra Bologna e Modena, è stata a lungo travagliata da lotte e scorribande: nel 1297 con Uguccione della Faggiola, nel 1325 con “Passerino” Bonaccolsi, con i Modenesi nel 1330, con Giovanni da Oleggio nel 1355, nel 1363 con Bernabò Visconti, con Gìacomo Caldora nel 1428.
All’inizio del secolo XVI Crespellano, Pragatto e Calcata conobbero un periodo di relativa pace. Di conseguenza le campagne, pressoché disabitate, lentamente risorsero fino a diventare, con l’immissione di capitali, abbastanza floride e fonti di cospicui redditi per le famiglie senatoriali bolognesi.
In età moderna il territorio si arricchisce di autentici gioielli dell’architettura e del paesaggio. Dal Seicento iniziano a sorgere le residenze di campagna delle principali famiglie senatorie, che costituivano il patriziato bolognese. Ancora oggi le Ville punteggiano e ordinano la campagna intorno al paese.
Nel 1796 giunse il generale Bonaparte che trasformò tutto, scardinando il potere e la struttura di governo pontificia ed introducendo modelli organizzativi che la Restaurazione del 1815 non abbandonerà.
Nel 1805 mutò l’ordinamento comunale e le relative funzioni: sorgevano due Comuni moderni con i relativi sindaci. Crespellano con Pragatto e Calcara con Sant’Almaso e Santa Maria in Strada. Nel 1810 con un altro decreto avvenne una riaggregazione di Comuni e nacque il Comune di Crespellano con Pragatto, Calcara e Sant’Almaso. Nel 1817 Crespellano fu smembrato ma poi ricostituito nel 1828.
Il Comune di Crespellano partecipò ai sacrifici e alle lotte legate all’Unità d’Italia e a quelle della Resistenza. Subì sia la Prima che la Seconda guerra mondiale, ma combatté valorosamente contro l’occupazione nazista. Alla conclusione del primo conflitto bellico Crespellano contò 128 giovani caduti; nella Seconda guerra mondiale i caduti, fra militari, partigiani e civili, furono 135. Da ricordare la partecipazione dei giovani crespellanesi alle battaglie di Montefiorino e di Porta Lame a Bologna.