Un Ecomuseo coinvolge tutto il territorio, col suo bagaglio ambientale, naturale, storico e culturale, per valorizzarlo, tutelarlo e trasmetterlo; è lo strumento ideale per creare occasioni di conoscenza e di confronto tra il visitatore e le tradizioni locali suggerendo spunti di lettura del territorio.
Un Ecomuseo è fatto di oggetti, edifici storici, elementi del paesaggio, di conoscenza diretta del territorio e delle attività che gli abitanti vi hanno svolto e vi svolgono: è lo specchio dell’identità della comunità locale, dell’interazione tra uomo ed ambiente e della sua evoluzione nel tempo.
Un Ecomuseo rappresenta il modo in cui una comunità si prende cura del proprio territorio.
Il territorio di Castello di Serravalle, con il suo paesaggio collinare che riunisce elementi naturali, testimonianze del rapporto plurisecolare dell’uomo col territorio ed emergenze architettoniche, è il luogo ideale per un Ecomuseo.

L’Ecomuseo della Collina e del Vino è organizzato in nove Sistemi, che rappresentano i principali temi del rapporto tra uomo e territorio. All’interno dell’Ecomuseo i visitatori avranno a disposizione pannelli didattici per ogni Sistema, ciascuno contraddistinto con un diverso colore, con testi di approfondimento, immagini e oggetti-simbolo particolarmente evocativi.
Le informazioni fornite dai pannelli didattici sono sintetiche e gli oggetti esposti sono in numero limitato, proprio per non concentrare l’attenzione all’interno della Casa del Capitano, ma per indirizzarla verso l’esterno, la vera sede dell’Ecomuseo. Una volta usciti dalla Casa del Capitano, i visitatori possono percorrere gli itinerari sul territorio, per entrare in contatto con gli aspetti reali dei Sistemi stessi.
I NOVE SISTEMI:
- La natura e il paesaggio: i calanchi
- Architettura e territorio: il castello di Serravalle
- L’uomo e il paesaggio: il lavoro nei campi
- L’uomo e gli animali: la zootecnia
- La vite, il vino, il paesaggio
- Il territorio e i suoi abitanti: i primi censimenti
- Il dopoguerra e la riorganizzazione del territorio
- Cultura e tradizione popolare: il folklore
- Archeologia e territorio

GLI ITINERARI
Si tratta di un unico itinerario, percorribile in automobile, in bicicletta o a piedi, con un percorso ad anello su tutto il territorio comunale di Castello di Serravalle toccando 32 punti di interesse.
È segnalato da frecce stradali ed i punti di interesse sono illustrati da cartelli didattici con testi e immagini.
È possibile seguire l’intero percorso (circa 35 km), oppure scegliere uno dei quattro percorsi tematici. Infatti, i 9 sistemi dell’Ecomuseo sono stati ricondotti, nel percorso esterno, a 4 temi principali, caratterizzati visivamente da un colore:
Storia e archeologia (AZZURRO)
Il percorso azzurro è il più lungo, si snoda infatti tra 24 punti di interesse, tra cui la fonte di Acqua Salata da cui sgorga acqua con alte percentuali di sali a testimonianza della presenza del mare in quest’area dell’Appennino circa 5 milioni di anni fa, il Mercatello, dove si trovava un insediamento rustico, oggi un’area archeologica ricca di reperti di età imperiale romana e il Castelletto, un borgo abitato che custodisce le tracce di un’antica fortificazione.

Natura e paesaggio (VERDE)
Il percorso verde è un’immersione nella fauna locale, che si può ammirare dalla casa-torre trecentesca detta l’Allegrina, che si spalanca davanti ai nostri occhi una volta giunti ai Panorami di San Michele, si può assaggiare direttamente alla fonte dell’Acqua Salata o, ancora, odorare percorrendo la stretta e lussureggiante vallata del Rio Marzatore.
Agricoltura (VIOLA)
Il percorso viola attraversa la storia produttiva del territorio, con esempi di luoghi e attività legati al mondo rurale e agricolo: ecco che la vista dall’Allegrina spazia su un terreni seminati e piccoli boschi, mentre, dai Panorami di San Michele si scorgono le aree coltivate a foraggio e tutto il territorio del Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio.
Società e folclore (ARANCIONE)
Il percorso arancione segue le testimonianze del lavoro dell’uomo in armonia con l’ambiente, e strettamente collegato alle risorse del territorio, come la sorgente di Acqua salata, il verde bacino del Rio Marzatore e il Caseificio Sociale Castellettese, uno dei primi a produrre il Parmigiano, fondato dopo la seconda Guerra Mondiale e attivo ancora oggi.
