“Sant Antòni dal canpanén, an i é pan es an i é vén, an i é laggna int al granèr, la piṡån l’é da paghèr, Sant Antòni cum avaggna da fèr?”
Nelle campagne emiliane il culto di S. Antonio Abate è uno dei più diffusi, soprattutto in ambiente popolare e contadino. La sua raffigurazione sulle pareti delle stalle e dei porcili non poteva mancare.
La tradizione rurale considera il Santo come protettore di tutti gli animali, in modo particolare il maiale, e delle stalle, perché allontana da esse il pericolo del fuoco. La sua venerazione è legata alla tradizionale accensione di un falò a gennaio, periodo dell’anno in cui in epoca precristiana era uso comune accendere fuochi e roghi apotropaici.
In occasione delle iniziative del Falò di Sant’Antonio del 16 Gennaio il nostro Ecomuseo resta aperto dalle 19 alle 22, anche per farvi scoprire la storia di Sant’Antonio attraverso l’app di Artplace.
Da qualche tempo è attivo il Valsamoggia Museum Outdoor, un museo a cielo aperto che grazie alla tecnologia Beacon permette di conoscere curiosità e informazioni del territorio attraverso l’app. Scaricala sul tuo smartphone e potrai accedere a diversi contenuti. Non ci sei riuscito? Vieni a trovarci lunedì sera e ti guideremo passo passo
P.s. Per chi non avesse confidenza col dialetto, vi regaliamo la traduzione: “Sant’Antonio dal campanino, non c’è pane e non c’è vino, non c’è legna nel solaio, l’affitto è da pagare, Sant’Antonio come dobbiamo fare?”